- 03/29/2018
- By Eurocar
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Quando si pensa al levabolli, l’associazione ai danni da grandine è immediata.
In effetti la tecnica è largamente utilizzata in questi e in casi similari, soprattutto perché permettono di ottenere una riparazione rapida ed economica, nonché eccellente se eseguita da uno specialista.
Di fatto però la tecnica levabolli può essere un’ottima alternativa anche per gli interventi di lattoneria. Ne avevamo iniziato a parlare in uno dei nostri primi articoli sul blog, vediamo nello specifico di cosa si tratta.
Nella lattoneria di tipo tradizionale la riparazione di danni, come ad esempio al tetto dell’auto, prevedono la carteggiatura totale, fino all’esposizione della lamiera, che verrà successivamente riportata alla forma originaria e riverniciata.
Questa tecnica oltre ad essere molto invasiva, è potenzialmente pericolosa per l’autovettura perché rischia di danneggiare gli interni e le parti circostanti. Inoltre risulta costosa e lunga, in termini di tempo.
Volendo parlare sempre del tetto dell’auto, nel caso in cui si utilizzi la tecnica levabolli, non ci saranno interventi potenzialmente rischiosi per gli interni o le zone circostanti.
Inoltre non è necessario carteggiare, si utilizzano invece apposite lampade che permettono di individuare i danni e agire in maniera localizzata.
Come prima cosa deve essere sollevato il bollo, tramite un lavoro di leva tra la portiera e il finestrino. Tramite colpi mirati e di pressione calibrata, il bollo sarà risollevato ed eventuali gobbe spianate con l’uso di un martello a due punte, una in acciaio e una in teflon. L’alternanza di queste due lavorazioni, un po’ come il colpo alla botte e quello al cerchio, permettono di ridonare al pezzo la sua curvatura originaria. In base al danno sarà valutata poi la verniciatura.